L’art. 9 del D.L. Milleproroghe 2015 ha stabilito che le sanzioni previste per la mancata iscrizione al SISTRI e per il mancato pagamento del contributo SISTRI (art. 260-bis , commi 1 e 2 del D.Lgs. n. 152/2006), si applicano a decorrere dal 1° aprile 2015. Le Imprese italiane, quindi, già oggi e per gli anni 2014, 2015 e certamente a questo punto per il 2016 sono tenute a versare il contributo SISTRI, pena gravi sanzioni amministrative che arrivano fino a 93 mila euro.
La Guardia Forestale, in febbraio, ha già comminato una sanzione – diremmo dimostrativa – ad una Impresa metalmeccanica di Sasso Marconi per il mancato versamento, per l’anno 2014, per la “modesta” cifra, non confermata ancora ufficialmente, di 30.000 euro circa.
Nel frattempo le Associazioni – compresa Confindustria, hanno accettato di fatto il principio che il SISTRI deve essere aggiornato tecnicamente, ma che sostanzialmente si può continuare ad operare nel doppio regime, pagando per un sistema di tracciabilità inefficace e obsoleto dalla nascita, farraginoso e privo di un reale intento semplificatorio.
Paolo Vaccaneo ci riferisce, dal tavolo di discussione a cui partecipa come delegato di Assosoftware, l’inquietante scenario che si sta configurando ed in che direzione stiamo andando.
La vicenda SISTRI alla svolta: innovamento o gara di appalto fittizia?
4 maggio2015
di: Paolo Vaccaneo
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