Per la Corte di Cassazione il sequestro conservativo dei beni del responsabile del danno ambientale è ammissibile anche prima del ripristino ex art. 311 TUA

di: Avv. Daniele Zaniolo

Il problema affrontato nella sentenza in commento (Sentenza 6 novembre 2015, n. 44638 - Corte di Cassazione Penale, sez. III) riguarda la possibilità di disporre il sequestro conservativo sui beni dell’imprenditore (in questo caso imputato) per garantire il risarcimento del danno ex articolo 311 TUA.
La difesa ha provato a sostenere, citando certa Giurisprudenza, che questa evenienza è possibile in materia di danni ambientali, solo ed esclusivamente nel caso in cui il giudice abbia prima motivato sulle ragioni per le quali è impossibile il rispristino in forma specifica, ma i Giudici della Suprema Corte hanno respinto questa obiezione.
L’avvocato Daniele Zaniolo, penalista ed esperto di reati ambientali, ci spiega come la Corte di Cassazione ha affrontato, in questo caso, un tema giuridico piuttosto complesso per la sovrapposizione tra le regole sostanziali e quelle procedurali che governano la materia. Si tratta di una decisione interessante che può avere importanti riflessi sul piano patrimoniale delle aziende.