Pane irradiato con onde UV: un così detto “nuovo alimento”

di: Fernando Tateo e Monica Bononi - Laboratori di Ricerche Analitiche e Tecnologiche su Alimenti e Ambiente – Di.S.A.A. Università degli Studi di Milano

Una decisione di esecuzione UE 2016/398  del 16 marzo 2016 introduce il “pane trattato con raggi UV” fra i nuovi prodotti alimentari ai sensi del Regolamento CE n.258/97. Un ente finlandese “competente” per la valutazione degli alimenti avrebbe pubblicato una relazione di valutazione la cui conclusione sarebbe quella che “il pane trattato con raggi UV soddisfa i criteri per i nuovi prodotti alimentari previsti dal Reg.258/97”. Nel 2014 l’EFSA, come affermato fra le considerazioni espresse nel testo della stessa decisione di esecuzione, ha concluso che “il pane arricchito con vitamina D mediante trattamento UV è sicuro alle condizioni d’uso proposte”. Tale parere sembra che ragionevolmente prescinda dal “come” il pane possa risultare veicolo di Vitamina D, e si limita a sancire che la sicurezza alimentare non risulta compromessa dall’assunzione di pane trattato con UV. Peraltro, preesistendo un Regolamento CE 1925/2006 e che fissa prescrizioni sull’aggiunta di vitamine e minerali agli alimenti, nella decisione di esecuzione UE si afferma che il pane trattato con raggi UV , secondo l’Art. 1 non deve contenere vitamina D2 in quantità superiore a 3 μg /100 g di pane.

Si ritiene opportuna una serie di considerazioni che, in ordine alle logiche dettate dalla scienza degli alimenti, riteniamo possano porre in seria discussione il significato della invenzione e quindi della emanazione della “decisione di esecuzione UE”.



Fernando Tateo e Monica Bononi - Laboratori di Ricerche Analitiche e Tecnologiche su Alimenti e Ambiente – Di.S.A.A. Università degli Studi di Milano