Gentili lettori,
in questo numero, insieme agli aggiornamenti dell'ultimo
periodo, troverete un interessante commento ad una recentissima
Sentenza della Corte di Cassazione Penale, che spicca nel
panorama giurisprudenziale per l’enunciazione di alcuni principi innovativi, soprattutto perché in disaccordo con precedenti specifici. Dal punto di vista tecnico-giuridico, la sentenza ha fatto leva su due concetti ben precisi: la
concretizzazione del rischio e la prevedibilità del fatto. Nel trattare questi argomenti ha però implicitamente affrontato altri temi quale, ad esempio, quello della conformità CE dei macchinari e della sua rilevanza ai fini penalistici. IL FATTO: L’autista di un autocompattatore, dopo aver raccolto i rifiuti dai cassonetti all’interno di una strada privata, procede in retromarcia per reimmettersi nella pubblica via. Attiva tutta la segnaletica in dotazione, ma proprio in quel momento, un signore affetto da alcune carenze visive e uditive, esce di casa per gettare i rifiuti nel cassonetto, dando così le spalle al veicolo. L’uomo entra nel c.d. cono d’ombra delle telecamere posteriori dell’autocompattatore cosicché l’autista non si avvede della sua presenza e lo investe, cagionandone la morte.
Sono accusati, e condannati sia in primo grado che in appello per l’omicidio colposo, il preposto con funzioni di Capo Servizio, il datore di lavoro e l’RSPP dell’azienda deputata alla raccolta rifiuti (si noti: non l’autista del veicolo).
Il ragionamento di partenza dei giudici di merito è costituito dal fatto che il luogo nel quale è avvenuto il sinistro è “un luogo di lavoro” e che, come noto, la tutela prevenzionistica vale nei confronti di chiunque, non solo dei lavoratori. Affidandosi, dunque, alle “rassicuranti” massime giurisprudenziali preesistenti, i giudici hanno ritenuto la responsabilità degli imputati e quindi li hanno condannati.
Con la Sentenza della Corte di quarta sezione penale n. 31478 del 23 agosto scorso, gli Ermellini hanno ribaltato i verdetti sulla scorta della corretta applicazione dei principi di diritto che governano la materia.
Vi invitiamo a leggere il commento dell'Avvocato penalista,
Daniele Zaniolo.
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Buona lettura
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