Al vaglio della Corte di Cassazione la nuova fattispecie di inquinamento ambientale. Qualche preziosa indicazione e un equilibrio interpretativo ancora da trovare.

di: Avvocato Daniele Zaniolo

Sulla G.U. 28 maggio 2015, n. 122 è stata pubblicata la legge 22 maggio 2015, n.68  “Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente ”, entrata in vigore il giorno 29 maggio 2015.

Dopo poco più di un anno approda al vaglio della Corte di Cassazione il primo caso che riguarda il delitto di inquinamento ambientale, uno dei nuovi “ecoreati”, e subito si pongono dilemmi su aspetti fondamentali. Siamo al cospetto del primo intervento esegetico sulle nuove fattispecie, oltretutto reso in sede cautelare e dunque incidentale. È indubbio che si tratti di preziose indicazioni interpretative che potranno indirizzare le future letture delle disposizioni di legge.

Con sentenza della Corte di Cassazione Penale, Terza sezione del 3 novembre 2016, n. 46170, la Suprema Corte vuole correggere il risultato a cui era pervenuto il tribunale di merito, diametralmente opposto. Per il tribunale del riesame, infatti, il reato ipotizzato dal pubblico ministero non era configurabile, al contrario di quanto affermato dalla Corte di Cassazione, come inquinamento ambientale. Ciò potrà apparire strano agli occhi del non “operatore del diritto”, tuttavia non è una evenienza inusuale nell’esperienza giudiziaria. Vediamo perché.



Avv. Daniele Zaniolo