In una nota leggermente polemica, Franco Cioce (Esperto Qualificato e Consulente ADR/RID/ADN, autore per ARS Edizioni della Guida alla Classificazione, spedizione e trasporto su strada di materiale radioattivo e membro del comitto tecnico scientifico dei siti internet di ARS Edizioni) commenta la pubblicazione del Decreto Legislativo n.28 del 15 febbraio 2016 che viene a rafforzare gli sforzi che alcuni radioprotezionisti cercano di attuare da tempo: espandere a tutti la conoscenza seppur minima della radioattività.
Nell’articolo Cioce spiega che il tema della radioattività è sempre stato trattato in maniera allarmistica a causa della mancanza di conoscenze sull’argomento e che la presenza della radioattività nell’acqua è un fatto assolutamente naturale.
Il Decreto Legislativo 31/2001 che ha recepito la Direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, aveva stabilito un solo parametro di riferimento per valutare la radioattività nell’acqua destinata al consumo umano (H3 [trizio] max 100 Bq/l) e una dose indicativa DI di 0,1 mSv. Questo nuovo decreto sostituisce quanto indicato nel Decreto Legislativo 31/2001 relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano, stabilendo che si debba andare ad indagare la presenza di Radon, con un limite temporale di 100 Bq/litro e Trizio con 100 Bq/litro: la dose indicativa fissata è di 0,1 mSv/anno. Se viene superato il valore di H3 occorrerà valutare l’eventuale presenza di altri radionuclidi e mettere in campo una serie di azioni che coinvolgono i Sindaci, le Aziende Sanitarie, i gestori, e che ripropone l’annoso problema dell’informazione e dei consigli verso la popolazione.