La composizione dei trigliceridi come indice di qualità di matrici alimentari.

di: Fernando Tateo e Monica Bononi - Di.S.A.A. Università degli Studi di Milano; A. Vicari, M. Mozzarelli - Savi Laboratori & Service

La consolidata operatività dell’analisi degli acidi grassi attraverso la determinazione gascromatografica degli esteri metilici prodotti per derivazione indotta dall’operatore non consente in assoluto di esprimere sempre un giudizio in risposta a specifici quesiti posti dalla tipologia di indagine necessaria. Ciò in quanto, e lo sanno bene gli operatori del settore, a caratterizzare meglio un lipide v’è la sua composizione in trigliceridi.
La laboriosità delle tecniche adottate per la caratterizzazione dei trigliceridi costituenti una materia grassa o una miscela di materie grasse si evidenzia in vari lavori sul food pubblicati fino ad oggi, e sulla scia di esperienze già svolte e pubblicate da M. Bononi e F. Tateo (Università degli Studi di Milano) nel 2002 e nel 2004, ed ultimamente ancora adottate dagli stessi Autori ora citati (Triglycerides Variability in Donkey Milk, Ital.J. Food Sci., vol 29, 2017, in stampa), è oggi possibile caratterizzare in regime rutinario i trigliceridi con la tecnica GC-OCI (total carbon number). Questa tecnica, già adottata in UniMi per attività di ricerca, è stata trasferita ai Laboratori SAVI & Service (Mantova) ed applicata a problematiche tecnologico-analitiche secondo indirizzi Bononi-Tateo.

In questa nota si trasmette esempio di risultato delle determinazioni svolte per GC-OCI sul caffè contenuto in una tipologia di “monodose” molto diffusa sul mercato nazionale.