Finalmente è stato approvato il decreto ministeriale del 13 ottobre 2016 n. 264 che, come recita il titolo, è finalizzato a stabilire i criteri per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non rifiuti.
Come è noto la distinzione tra rifiuti e sottoprodotti costituisce un punto nevralgico del diritto ambientale sul quale si registra una certa distanza di posizioni tra la giurisprudenza e la dottrina. L’articolata definizione di sottoprodotto contenuta nell’articolo 184 bis del TUA è intrisa di nozioni di carattere generale che necessitano perciò di chiarimenti e specificazioni.
Ovvio che, in assenza di indicazioni normative o dell’autorità amministrativa, spetterà al giudice il compito interpretare il caso concreto. Possiamo affermare che il nuovo testo normativo contiene delle linee guida, non vincolanti e non obbligatorie e, come tale, potrebbe rivelarsi inefficace per assolvere le finalità per le quali è stato costituito.
Avvocato Daniele Zaniolo