Come devono affrontare, gli insediamenti produttivi, la valutazione della conformità legale e quali documenti dovrebbero essere presenti in azienda, nel caso delle acque di scarico?
Il valutatore dovrà richiedere le seguenti informazioni:
- le tipologie di acque di scarico prodotte (distinguendo tra acque domestiche, assimilate a domestiche, industriali di processo, industriali di raffreddamento e non dimenticando di valutare le condense dei compressori, i reflui di rigenerazione delle resine a scambio ionico, le acque di scarto degli impianti ad osmosi inversa, gli spurghi delle torri di raffreddamento, le acque meteoriche, eventualmente distinte tra prima e seconda pioggia, le acque di lavaggio);
- da quali impianti o processi produttivi provengono;
• dove vengono convogliate (cioè qual è il corpo recettore: fognatura pubblica separata o mista, suolo e sottosuolo, corpi idrici superficiali);
• se sono presenti impianti di trattamento delle acque di scarico (impianti di depurazione, disoleatori)
Per quanto riguarda gli aspetti documentali, richiedere:
• l’autorizzazione allo scarico in corso di validità
• la relativa domanda di autorizzazione
• la concessione all’allacciamento in pubblica fognatura
• eventuali pratiche di polizia idraulica
• la planimetria della rete degli scarichi.
Una buona gestione delle acque dovrebbe consentire la predisposizione di un bilancio idrico che descriva nel dettaglio le acque in ingresso, gli usi, le tipologie di acque di scarico e le relative quantità. La presenza di misuratori (volumi, portata) faciliterà l’elaborazione di un bilancio affidabile, che consenta di rilevare perdite e sprechi; informazioni stimate dovranno essere invece adeguatamente supportate (es. rendimento medio degli impianti di trattamento acque, dati dai fornitori, dati di letteratura).
Ce ne parla Franca Fardini, Consulente ambientale, Auditor in Sistemi di gestione Ambiente e Sicurezza, Perito di parte in cause legali e Consulente DGSA.
Franca Fardini