Con la sentenza n. 58, depositata ieri, la Corte Costutzionale ha dichiarato illegittimo il c.d. "decreto ILVA" che consentiva la prosecuzione dell'attività di impresa degli stabilimenti, in quanto di interesse strategico nazionale, pur in presenza di sequestri disposti dall'autorità giudiziaria.
Nella sentenza si dichiarano illegittimi sia l'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2015, n. 92 (Misure urgenti in materia di rifiuti e di autorizzazione integrata ambientale, nonché per l'esercizio dell'attività d'impresa di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale) sia gli articoli 1, comma 2, e 21-octies della legge 6 agosto 2015, n. 132 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria).
Alla base della decisione della Corte vi è il mancato bilanciamento tra l'interesse alla prosecuzione dell'attività economica e al mantenimento dell'occupazione, e l'esigenza di tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumità dei lavoratori.
Secondo quanto dichiarato da Enrico Lagi, Commissario straordinario di Ilva, la sentenza della Corte Costituzionale non avrà comunque alcun effetto sulla operatività dell’impianto dal momento che "Pur in presenza del decreto legge, oggi giudicato incostituzionale, per il dissequestro dell’altoforno avevamo scelto di intesa con la Procura di Taranto la via ordinaria prevista dal codice di procedura penale. Le norme del decreto dunque avrebbero rappresentato solo una soluzione alternativa, che non è stata però perseguita. ...".
La Corte Costituzionale boccia il decreto salva-ILVA
24 marzo2018
di: Giacomo Balestrini
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