Etichetta "trasparente" per la pasta? UE: no, grazie

di: Paola Chimienti

Tra pochi giorni, entrerà in vigore l’obbligo di indicare su confezioni ed etichette la provenienza del grano duro usato per la pasta secca, per i prodotti venduti da aziende italiane e da aziende straniere con stabilimenti nel nostro Paese, così come previsto dal Decreto firmato nel luglio 2017 dal ministro dell’Agricoltura e dal ministro dello Sviluppo economico.
L'etichetta trasparente però non farà in tempo a sbarcare sugli scaffali dei supermercati, che sarà già cominciato il conto alla rovescia della sua stessa fine.
Infatti, è già stata sottoposta alla consultazione pubblica, la bozza del regolamento comunitario che stabilirà che l'indicazione di provenienza della materia prima di un prodotto non è un'informazione obbligatoria, bensì facoltativa.
In sostanza, sarà facoltà dei produttori decidere di indicare sull'etichetta se l'ingrediente primario viene da un paese diverso da quello del prodotto finito, oppure no.

Tuttavia, il Decreto Ministeriale 26 luglio 2017, prevede che le etichette con l'indicazione dell'origine siano a tempo, sperimentali, applicabili fino alla data indicata, 31 dicembre 2020, o comunque fino all’approvazione del Regolamento esecutivo comunitario.