In una recente sentenza (Cassazione n. 51946 del 16 novembre 2018), la Suprema Corte, nell’accogliere la tesi difensiva secondo cui il reato di comparaggio (art. 170 T.U. delle Leggi sanitarie) non sarebbe configurabile laddove le attività illecite abbiano ad oggetto integratori alimentari – ha implicitamente affermato che un integratore non è un farmaco, non è una specialità medicinale e, quindi, corrispondere denaro e/o altra utilità allo scopo di implementare la commercializzazione di specialità farmaceutiche costituite da integratori alimentari non è prevista dalla legge come reato.
Con ciò, viene intrinsecamente ribadito come gli integratori non possano vantare alcuna proprietà terapeutica ma, di converso, debbano essere considerati a tutti gli effetti degli alimenti. E dalla normativa alimentare dovranno essere, pertanto, pienamente regolamentati.
Focus sul mondo degli integratori alimentari e la loro disciplina
20 maggio2019
di: Avvocato Germano Margiotta
COPYRIGHT © 2004-2024 ARS EDIZIONI INFORMATICHE s.r.l. - società con unico socio - P.I. 13309950155