La difesa nei reati in materia antinfortunistica: quando è utile nominare e come scegliere il consulente tecnico

di: Avvocato Daniele Zaniolo

Anche l’adozione di un sistema organizzativo efficiente non assicura il completo abbattimento del rischio antinfortunistico. La distrazione, l’episodio sfortunato, la disattenzione possono sempre capitare. Come comportarsi, allora, nella malaugurata ipotesi in cui accada qualche evento nefasto? Esiste una strategia difensiva che, meglio di altre, può condurre ad un esito giudiziario favorevole, sia in senso assolutorio che di contenimento delle conseguenze? Sarebbe errato pensare di poter individuare una strategia difensiva valida universalmente: ogni vicenda è un caso a sé stante, condizionato dai fattori più disparati e talvolta anche imprevedibili.

Si possono però fare delle riflessioni di ordine generale, tenendo presente che ogni strategia difensiva deve essere modulata in base agli obiettivi prefissati, in relazione anche alle differenti fasi processuali nelle quali è richiesto l’intervento di difensori e consulenti tecnici. Il metodo consiste quindi, per prima cosa nell’individuazione dell’obiettivo che s’intende raggiungere e, successivamente, nell’utilizzazione di tutte le risorse a disposizione per raggiungere quello scopo.

È inoltre fondamentale tener presente un altro aspetto: nel processo penale l’imputato, salvo casi eccezionali, si difende, non attacca. Per ricorrere ad una metafora banale ma efficace, il difensore è come il portiere di una squadra di calcio che, quindi, si butta dove va la palla. Ciò è dovuto alla peculiarità del sistema processuale (per questo aspetto molto differente da quello civilistico) nel quale lo Stato, rappresentato dal pubblico ministero, formula un atto di accusa (tecnicamente un “capo d’imputazione”) con la quale contesta i comportamenti che, a suo avviso, avrebbero violato la legge penale. Quello sarà l’oggetto del processo, per cui alla “difesa” non resta altro che discutere di quello.

Fatte queste premesse, facciamo ora qualche riflessione sul ruolo del consulente tecnico, ormai una figura fondamentale in un processo penale che, sempre di più, si addentra in questioni tecniche perciò ignote al giurista. È un “ausiliario” delle parti che riveste un’importanza tanto maggiore quanto rilevante è la questione tecnica.

Quando conviene avvalersi del suo aiuto? Che profilo deve avere il consulente per poter essere un efficace aiuto?

Ce ne parla l’Avvocato Daniele Zaniolo, che insieme all’Ing Claudio Delaini, sarà docente nel Corso di formazione che si terrà il 20 febbraio, a Milano: COSA FARE DOPO UN INFORTUNIO (per te è il primo, per l’UPG è l’ennesimo)

Avvocato Daniele Zaniolo