di: Giovanna Soravia
Come avevamo descritto in un nostro precedente approfondimento (Il semaforo in etichetta non piace: l’Italia preferisce la batteria. Ma al consumatore, realmente, cosa serve?), tra il 2017 e il 2019 il nostro Paese ha riunito forze e competenze per elaborare un sistema chiamato “NutrInform Battery” costituito da un logo raffigurante una batteria elettrica, in alternativa al nutri-score in voga in altre parti d’Europa, come forma di etichettatura volontaria.
Lo schema di Decreto interministeriale (elaborato di concerto tra Ministero della Salute, Mise e Mipaaf), conteneva un fac simile di logo rappresentato da una sequenza di batterie, una per ciascun valore nutritivo e una per il valore energetico, ciascuna delle quali indica la percentuale di carica (quindi, il livello di presenza dell’elemento nutrizionale) che viene anche indicato in peso nelle rispettive colonnine adiacenti.
Alcuni giorni fa, come annunciato dallo stesso Mipaaf, il Ministro Bellanova ha firmato il logo, che ora rimane in attesa della firma degli altri due Ministeri coinvolti.
Lo schema di Decreto interministeriale (elaborato di concerto tra Ministero della Salute, Mise e Mipaaf), conteneva un fac simile di logo rappresentato da una sequenza di batterie, una per ciascun valore nutritivo e una per il valore energetico, ciascuna delle quali indica la percentuale di carica (quindi, il livello di presenza dell’elemento nutrizionale) che viene anche indicato in peso nelle rispettive colonnine adiacenti.
Alcuni giorni fa, come annunciato dallo stesso Mipaaf, il Ministro Bellanova ha firmato il logo, che ora rimane in attesa della firma degli altri due Ministeri coinvolti.