Inquinanti organici persistenti, meno limitazioni all’uso del “PFOA”

Inquinanti organici persistenti, meno limitazioni all’uso del “PFOA”

di: Vincenzo Morenza
Via libera alla produzione di dispositivi medici, diversi da quelli impiantabili e quelli invasivi, con presenza di PFOA (acido perfluoroottanoico ) pari o inferiori a 2 mg/kg (0,0002 % in peso), e stop al riferimento al limite di 400 kilogray (giudicato «eccessivamente specifico») nell’ambito delle condizioni collegate al livello di contaminante non intenzionale in tracce per le polveri di politetrafluoroetilene (PTFE) prodotte mediante radiazioni ionizzanti.

Lo ha stabilito la Commissione Europea, che con il regolamento (UE) 2021/115, pubblicato sulla Gazzetta L 36 del 2 febbraio, è intervenuta modificando l’allegato I del regolamento (UE) 2019/1021 (c.d. “Regolamento Pop”) per quanto riguarda il PFOA, i suoi sali e i composti a esso correlati.

Il nuovo provvedimento legislativo, in vigore dal 22 febbraio prossimo, segue alle modifiche del regolamento (UE) n. 2020/784, e risponde alle preoccupazioni relative alla presenza di impurità non intenzionali di PFOA e di suoi sali in concentrazioni superiori al limite di 0,025 mg/kg (0,0000025 % in peso) in alcuni dispositivi medici.