Aumenta la severità delle sanzioni per le violazioni antinfortunistiche: si estende l’ambito di applicazione del reato di sfruttamento dei lavoratori

di: Avvocato Daniele Zaniolo

Due recentissime sentenze Della Corte di Cassazione, rispettivamente del 17 e del 18 marzo 2021 (Cassazione Penale, Sez. 4, 17 marzo 2021, n. 10188 e Cassazione Penale, Sez. 4, 18 marzo 2021, n. 10554), sono tornate sul tema dell’applicazione del grave delitto di sfruttamento dei lavoratori (art. 603 bis del Codice Penale), con riferimento alle violazioni delle norme antinfortunistiche.

Il fatto che la sentenza, o per meglio dire entrambe le sentenze si siano occupate di vicende di palese sfruttamento e degrado lavorativo di braccianti non deve indurre a pensare che questa fattispecie di reato sia confinata a quelle situazioni.
C'è un aspetto di assoluto rilievo sul quale si deve riflettere punto.
Prima del 2016 la legge prevedeva che la situazione di sfruttamento potesse essere accertata solo se le violazioni della normativa antinfortunistica fossero di tale gravità da esporre il lavoratore ad un pericolo per la sua salute o la sua sicurezza o incolumità personale. Soltanto, dunque, le violazioni più gravi e più pericolose rilevavano per l'integrazione del delitto. Queste due sentenze, invece, hanno messo in rilievo che la riforma del 2016 ha anticipato la soglia di punizione, nel senso di attribuire rilevanza penale alle violazioni della materia antinfortunistica indipendentemente dalla loro gravità o pericolosità.