Il RENTRI (Registro Elettronico Nazionale Tracciabilità Rifiuti), istituito dal D.Lgs. 3 settembre 2020 n. 116, dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, apportare alcuni vantaggi gestionali ai soggetti coinvolti, ad esempio la possibilità di trasmettere i dati da parte di tutti gli operatori (produttori, trasportatori, gestori dei rifiuti), di ottenere maggiore omogeneità dei dati, di ridurre gli oneri amministrativi e burocratici a carico delle imprese, di consentire il miglioramento delle strategie di economia circolare e di ridurre le possibilità di errore materiale.
Le modalità di iscrizione dei soggetti obbligati e di coloro che intendano volontariamente aderirvi ed i relativi adempimenti, saranno definite attraverso Decreti attuativi, ma nel frattempo continuano ad applicarsi i Decreti Ministeriali precedenti in materia di tenuta dei registri di carico e scarico e di produzione dei formulari per l’identificazione dei rifiuti trasportati (1° aprile 1998, n.145 e n.148).
A giugno del 2021 è stata avviata la sperimentazione finalizzata alla verifica della funzionalità del sistema, con una prima ipotesi di entrata in funzione a inizio 2023. Il 29 settembre 2022 il regolamento che disciplina il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti è stato notificato al Consiglio di Stato per acquisirne parere e alla Commissione Europea, ai sensi della procedura di notifica prevista dalla Direttiva UE 2015/1535. Quest’ultima consultazione è stata aperta fino allo scorso 20 dicembre 2022.
Vediamo a che punto siamo.