di: Vincenzo Morena
Il Consiglio e Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva relativa al dovere di diligenza aziendale ai fini della
sostenibilità, che mira ad accrescere la protezione dell'ambiente e dei diritti umani nell'UE e a livello mondiale. Lo fanno sapere da Bruxelles tramite
comunicato del 14 dicembre 2023.
Il compromesso dei due colegislatori definisce l'ambito di applicazione della direttiva (che prevede obblighi relativi agli impatti negativi effettivi e potenziali sui diritti umani e sull'ambiente per quanto riguarda le attività delle imprese, quelle delle loro filiazioni e quelle svolte dai loro partner commerciali), chiarisce le responsabilità delle imprese inadempienti, definisce meglio le sanzioni (con diversi provvedimenti inibitori e tenendo in considerazione il fatturato della società ai fini dell'imposizione delle sanzioni pecuniarie), completa l'elenco dei diritti e dei divieti che le imprese dovrebbero rispettare.
Secondo quanto previsto, la direttiva riguarda le società di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di EUR. Tre anni dopo l'entrata in vigore, la direttiva si applicherà anche alle società di paesi terzi con un fatturato netto di 150 milioni di EUR generato nell'UE. La Commissione dovrà, comunque, pubblicare un elenco di imprese di paesi terzi che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva.
Il compromesso rafforza, quindi, le disposizioni connesse all'obbligo che le società di grandi dimensioni si adoperino al massimo per adottare e attuare un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici: come ultima istanza è, infatti, previsto che le imprese che rilevano impatti negativi sull'ambiente o sui diritti umani imputabili ad alcuni dei loro partner commerciali dovranno porre termine a tali rapporti commerciali, qualora non sia possibile evitare o porre fine a detti impatti.
La prossima tappa prevede l'approvazione e la formale adozione da parte di entrambe le isituzioni dell'accordo provvisorio così raggiunto.
Il compromesso dei due colegislatori definisce l'ambito di applicazione della direttiva (che prevede obblighi relativi agli impatti negativi effettivi e potenziali sui diritti umani e sull'ambiente per quanto riguarda le attività delle imprese, quelle delle loro filiazioni e quelle svolte dai loro partner commerciali), chiarisce le responsabilità delle imprese inadempienti, definisce meglio le sanzioni (con diversi provvedimenti inibitori e tenendo in considerazione il fatturato della società ai fini dell'imposizione delle sanzioni pecuniarie), completa l'elenco dei diritti e dei divieti che le imprese dovrebbero rispettare.
Secondo quanto previsto, la direttiva riguarda le società di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di EUR. Tre anni dopo l'entrata in vigore, la direttiva si applicherà anche alle società di paesi terzi con un fatturato netto di 150 milioni di EUR generato nell'UE. La Commissione dovrà, comunque, pubblicare un elenco di imprese di paesi terzi che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva.
Il compromesso rafforza, quindi, le disposizioni connesse all'obbligo che le società di grandi dimensioni si adoperino al massimo per adottare e attuare un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici: come ultima istanza è, infatti, previsto che le imprese che rilevano impatti negativi sull'ambiente o sui diritti umani imputabili ad alcuni dei loro partner commerciali dovranno porre termine a tali rapporti commerciali, qualora non sia possibile evitare o porre fine a detti impatti.
La prossima tappa prevede l'approvazione e la formale adozione da parte di entrambe le isituzioni dell'accordo provvisorio così raggiunto.
Sempre in tema di tutela ambientale e sostenibilità, da segnalare che il Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto anche un accordo politico provvisorio su una proposta di revisione della direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica nell'edilizia (comunicato 7 dicembre 2023).
La revisione mira principalmente a far sì che tutti gli edifici nuovi siano a
emissioni zero entro il 2030 e che gli edifici esistenti diventino a emissioni zero entro il 2050.