Negli ultimi anni si è assistito alla progressiva dilatazione della responsabilità penale (che dovrebbe essere solo personale) anche ad altri soggetti. Nel sistema di responsabilità amministrativa da reato ex D.Lgs. 231/01, ad esempio, se l’ente non dimostra di aver adottato schemi comportamentali di alta eticità e di non aver controllato per la loro applicazione, allora risponderà, con il suo patrimonio, di detta deficienza.
La tentacolare espansione delle conseguenze del reato nella vita altrui è ancora dimostrata dalle responsabilità civili che le imprese devono sopportare per i fatti dei loro dipendenti.
Ma i provvedimenti giudiziari che intaccano il patrimonio delle imprese generano effetti non solo sulla loro economia ma su quella del Paese in generale. Eppure, i sistemi di controllo giurisdizionale sulla correttezza e legittimità di questi provvedimenti, che producono a volte anche effetti irreversibili, non sembrano essere all’altezza della situazione.
I tempi dell’accertamento giudiziale sono lunghi; in alcuni casi troppo lunghi per essere anche sostenibili per un’azienda che è stata privata di significative risorse economiche. L’assoluzione e la restituzione di quanto sequestrato ad anni di distanza non sono mai riparative, se non sul piano morale.
Due recenti sentenze della Corte di cassazione ne sono esemplificative:
La Sentenza della sezione III del 30 gennaio 2023 n. 385 attiene ad un caso di confisca per equivalente di alcuni milioni di euro, e la Sentenza della III sezione penale, del 6 febbraio 2023 n. 4588 relativa alla vicenda di un imprenditore, accusato di trasporto abusivo di rifiuti, è stato sequestrato il mezzo utilizzato per il trasporto.
Scrive l’avvocato Zaniolo: “Non v’è dubbio che il crimine debba essere perseguito. Ma è altrettanto indubbio che chi è sottoposto a processo, fino al momento della sua condanna, debba essere garantito.
L’equilibrio tra le due esigenze è complesso, ma non è impossibile. Oggi, nel nostro Paese, complici le insuperabili difficoltà per far funzionare l’amministrazione della giustizia la bilancia pende verso la tutela dell’esigenza repressiva che va via via estendendosi anche al patrimonio di quei soggetti che con il reato non hanno alcun rapporto diretto.”