di: Francesco Mangini
Un Comitato promotore rappresentativo del tessuto socioeconomico territoriale, un Soggetto gestore per la rappresentanza esterna e un Protocollo a individuazione degli obiettivi generali. Questi i tre ingredienti fondamentali per l'avvio dell'iter di costituzione e riconoscimento dei distretti biologici esplicitati da Regione Lombardia col decreto dirigenziale n. 4029/2024, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del 14 marzo 2024, n. 11.
Nel dettaglio, viene previsto che il Distretto biologico, per essere riconosciuto dalla regione e quindi iscritto al Registro nazionale, deve possedere i seguenti requisiti:
- una denominazione;
- un territorio definito e delimitato;
- la superficie del Distretto non deve presentare interruzioni territoriali;
- avere tra i propri obiettivi, la previsione di incremento della Superficie Agricola Utilizzata con metodo biologico (SAU biologica), al termine del periodo di attività, pari ad almeno il 10% rispetto alla SAU biologica individuata al riconoscimento del Distretto;
- avere un Consiglio direttivo, con funzioni di rappresentanza delle istanze amministrative, economiche e commerciali; e
- avere un Piano di Distretto con validità di 5 (cinque) anni.
La Regione, infatti, al termine di ogni anno di attività del Piano del Distretto biologico riconosciuto, verifica il mantenimento dei requisiti di legge. A tal fine il Distretto biologico, entro 30 giorni successivi al termine di ogni anno di attività, trasmette alla Unità Organizzativa competente una comunicazione che attesti il mantenimento dei requisiti necessari per il riconoscimento del Distretto Biologico, allegando l'elenco aggiornato dei soggetti aderenti e una relazione annuale sull'attività svolta.
Inoltre, la U.O. può chiedere, in qualsiasi momento, informazioni e documenti ritenuti necessari per lo svolgimento dell'attività di vigilanza, nonché effettuare ispezioni presso la sede legale e le sedi operative del Distretto e le sedi dei soggetti aderenti e, infine, revocare con decreto del Dirigente il distretto, nel caso in cui sia venuto meno uno dei requisiti necessari.
Ricordiamo che i distretti bio, istituiti al fine di promuovere il passaggio alla produzione biologica, l'uso sostenibile delle risorse e la tutela degli ecosistemi, sono definiti e disciplinati, a livello nazionale, dalla legge del 9 marzo 2022, n. 23 e dal successivo decreto ministeriale 28 dicembre 2022, che demanda, in particolare, alle regioni la determinazione delle modalità e frequenza delle verifiche del mantenimento dei requisiti.
Nel dettaglio, viene previsto che il Distretto biologico, per essere riconosciuto dalla regione e quindi iscritto al Registro nazionale, deve possedere i seguenti requisiti:
- una denominazione;
- un territorio definito e delimitato;
- la superficie del Distretto non deve presentare interruzioni territoriali;
- avere tra i propri obiettivi, la previsione di incremento della Superficie Agricola Utilizzata con metodo biologico (SAU biologica), al termine del periodo di attività, pari ad almeno il 10% rispetto alla SAU biologica individuata al riconoscimento del Distretto;
- avere un Consiglio direttivo, con funzioni di rappresentanza delle istanze amministrative, economiche e commerciali; e
- avere un Piano di Distretto con validità di 5 (cinque) anni.
La Regione, infatti, al termine di ogni anno di attività del Piano del Distretto biologico riconosciuto, verifica il mantenimento dei requisiti di legge. A tal fine il Distretto biologico, entro 30 giorni successivi al termine di ogni anno di attività, trasmette alla Unità Organizzativa competente una comunicazione che attesti il mantenimento dei requisiti necessari per il riconoscimento del Distretto Biologico, allegando l'elenco aggiornato dei soggetti aderenti e una relazione annuale sull'attività svolta.
Inoltre, la U.O. può chiedere, in qualsiasi momento, informazioni e documenti ritenuti necessari per lo svolgimento dell'attività di vigilanza, nonché effettuare ispezioni presso la sede legale e le sedi operative del Distretto e le sedi dei soggetti aderenti e, infine, revocare con decreto del Dirigente il distretto, nel caso in cui sia venuto meno uno dei requisiti necessari.
Ricordiamo che i distretti bio, istituiti al fine di promuovere il passaggio alla produzione biologica, l'uso sostenibile delle risorse e la tutela degli ecosistemi, sono definiti e disciplinati, a livello nazionale, dalla legge del 9 marzo 2022, n. 23 e dal successivo decreto ministeriale 28 dicembre 2022, che demanda, in particolare, alle regioni la determinazione delle modalità e frequenza delle verifiche del mantenimento dei requisiti.