Troppo stress in ufficio: il datore di lavoro ha l’obbligo giuridico di intervenire se l’ambiente lavorativo è troppo conflittuale e stressogeno

Troppo stress in ufficio: il datore di lavoro ha l’obbligo giuridico di intervenire se l’ambiente lavorativo è troppo conflittuale e stressogeno

di: Avvocato Daniele Zaniolo

L’onnipresente articolo 2087 c.c. è citato dalla Suprema Corte quale fonte dell’obbligo del datore di lavoro di garantire la salute dei lavoratori nel luogo di lavoro. La norma, ricordiamo, dispone che: "L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro."

Il datore di lavoro, quindi, deve garantire non solo la sicurezza fisica, ma anche tutelare la dignità e il rispetto del lavoratore, in altre parole, la salute psicofisica.

Ma, allora, quali sono i suoi obblighi in caso di ambiente lavorativo particolarmente stressogeno e conflittuale? Con l’ormai consueto inglesismo “Straining” si definisce quell’azione ostile o discriminatoria compiuta da un superiore nei confronti di un subalterno che producono stress e sofferenza psichica in chi la subisce.

La linea di confine tra il mobbing e lo straining è molto labile anche se, in linea di massima, il primo è considerato un tipo di condotta più grave.

Vedremo che la sentenza in commento, resa dalla Corte di Cassazione, sezione del lavoro, del 4 gennaio 2025 n. 123, ha affrontato il tema.